ORIGINI. L’Unione Europea, è la risposta che gli europei hanno dato alla loro tragica storia dei primi decenni del ‘900. Tra gli anni ’10 e gli anni ’40, l’Europa ha conosciuto due terribili guerre mondiali, costate la vita ad oltre 75 milioni di persone, grandi distruzioni materiali e morali, regimi dittatoriali e totalitari che si sono macchiati di genocidi, prima degli Armeni e poi degli ebrei, diritti umani e civili calpestati. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha vissuto una lunga e dolorosa divisione, nella guerra fredda, in cui simbolo è stato la divisione della città di Berlino in due, attraverso la costruzione di un muro.

 

Nel 1939, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, l’Europa dominava gran parte del mondo: aveva, insieme agli USA, l’economia più sviluppata del mondo, il più alto tasso di istruzione e il maggior numero di scuole per abitante ed un potente apparato militare. La seconda guerra mondiale lasciò l’Europa distrutta. Le conseguenze di quel terribile conflitto furono raccapriccianti: 55 milioni di morti, due terzi dei quali civili; oltre 32 milioni nella sola Europa, di cui 20 milioni di sovietici (il 12% della popolazione) e 5 milioni di tedeschi; in Estremo Oriente 13 milioni di cinesi uccisi e quasi 2 milioni di giapponesi. Europa, Giappone, intere aree della Cina erano distrutte; 25 milioni coloro che avevano perso la casa in URSS, molte le città rase al suolo, distrutte dai bombardamenti. In Giappone furono sganciate due bombe atomiche, sulle città di Hiroshima e Nagasaki.


Insieme al carico di dolore e di morte, la conseguenza principale del conflitto fu il declino degli stati europei e l'emergere di due "superpotenze": gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. I primi erano l'unico paese belligerante uscito indenne dalla guerra, pur considerando i 290 000 soldati caduti, con un apparato industriale intatto e cresciuto enormemente durante il conflitto. L’URSS si affermava come grande potenza grazie al suo numeroso esercito ed al suo apparato militare, ricostruito con l’aiuto degli USA, al tempo della grande alleanza antinazista. Inoltre, gli scienziati sovietici erano vicini alla costruzione della bomba atomica, anche grazie alla collaborazione forzata di alcuni degli scienziati tedeschi presi prigionieri.

L’Europa aveva già vissuto l’esperienza di una prima guerra mondiale, durata 5 anni, dal 1914 al 1918. Per dimensioni, per numero di persone coinvolte e per tipo di armi usate, si trattò di prima di una guerra mai vista prima di allora. In particolare, i tedeschi usarono le prime armi chimiche:l’iprite, un gas letale che prende il nome dalla città belga in cui fu usato per la prima volta, Ypres. Il conflitto provocò quasi 26 milioni di morti e   circa 20 milioni di feriti gravi (tra cui molti invalidi e mutilati per sempre); infatti essa contribuì alla diffusione di germi, batteri, virus, e il primo conflitto mondiale divenne ben presto fucina di nuove patologie, come la “febbre spagnola” da trincea, il piede da trincea e il tifo petecchiale trasmesso dai pidocchi che infestavano abiti e coperte. Tra il 1918 e il 1919, solo in Italia, ci furono oltre 600,000 morti per l’epidemia da “spagnola”. Le malattie fecero più vittime del conflitto vero e proprio (quasi 9 milioni i morti sui campi di battaglia).   

All'origine di queste due terribili guerre, ci fu la storica rivalità, soprattutto, tra due popoli, i francesi ed i tedeschi, che durava dalla prima metà dell’Ottocento. Un odio che sembrava insuperabile e che portava a pensare che queste due grandi nazioni non potessero mai convivere pacificamente.

 

GUERRA E GENOCIDIO. Inoltre, durante i due conflitti, furono realizzati:

- ad opera dell’Impero Ottomano, il Genocidio degli Armeni (detto, Medz yeghern, “il Grande Male”) e dei Cristiani siriaci - tra il 1915 e il 1917 – nel quale furono uccise tra le 1,5 – 2 milioni di persone e molti milioni di Armeni furono costretti a fuggire dalla Turchia (soprattutto in Libano e negli USA);

- ad opera della Germania nazista, la Shoah (“distruzione del popolo ebraico”), con lo stermino di 6 milioni di ebrei, cui vanno aggiunti 500.000 Rom e Sinti, ordinato da Himmler (Porrajmos, “grande divoramento”); anch'esso provocò un grande numero di profughi, soprattutto verso Israele e gli USA.

 

 IL PROGETTO EUROPEISTA. Di fronte a queste enormi tragedie e sofferenze, tornò di attualità un progetto che alcuni intellettuali manifestavano da tempo: una federazione europea, cioè un insieme di nazioni che si uniscono per dare vita ad un organismo sovranazionale in grado di riconciliare i popoli che si erano combattuti per quasi un secolo (soprattutto francesi, tedeschi e belgi), garantire la pace ed i diritti umani, calpestati da regimi dittatoriali e totalitaristi, responsabili dei genocidi di interi popoli e/o gruppi umani.

Nel 1941, mentre si trovavano prigionieri del regime fascista italiano, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, con la collaborazione di Eugenio Colorni e della socialista tedesca Ursula Hirschmann (morta nei lager nazisti), scrissero il “Manifesto per un’Europa libera ed unita” (noto come Manifesto di Ventotene, dal nome dell’isola italiana in cui erano esiliati), che conteneva molte idee che a quasi 60 anni di distanza saranno contenuti nella “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Nel 1947, nacque il Movimento federalista europeo con l’idea di costruire gli Stati Uniti d’Europa  strutturati come organizzazione soprannazionale dotata di effettivi poteri. Per avere però una sovranità europea bisognava che gli Stati rinunciassero ad una parte di sovranità nazionale.

Il 18 aprile 1951, con il trattato di Parigi, nasceva la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio   (CECA), formata da sei paesi (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi), che misero in comune la produzione e resero libera la circolazione del carbone e dell’acciaio. La proposta partiva dal presupposto che il carbone e l’acciaio, situati prevalentemente in due giacimenti (la Ruhr e la Saar) eternamente contesi tra Francia e Germania, erano stati alla base di moltissimi conflitti negli ultimi decenni. Si trattava del primo nucleo da cui, nei successivi decenni, prenderà vita l’Unione Europea. Lo scopo principale era quello di evitare conflitti futuri tra i paesi che avevano vinto o perso la guerra, iniziando a cooperare sotto la guida di un’autorità che disponeva anche di poteri giurisdizionali, consultivi e di controllo politico. Sei anni dopo, ci svolse la conferenza di Roma del 25 marzo 1957: gli stessi sei Stati daranno vita alla Comunità economica europea (CEE).

Padri fondatori dell’Europa unita, sono: Robert Schuman, Ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952 e poi Presidente del Parlamento europeo dal 1958 al 1960; Alcide De Gasperi, Primo Ministro italiano dal 1945 al 1953, dell’Italia democratica e antifascista ; Jean Monnet, Politico e consigliere economico francese; Paul-Henri Spaak, politico belga che, già durante la Seconda Guerra Mondiale, ipotizza una fusione tra gli Stati del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) e promuove l’unificazione dell’Europa appoggiando la Comunità europea del carbone e dell’acciaio e una Comunità europea di difesa; Konrad Adenauer, primo Cancelliere della Repubblica federale di Germania, post nazista e il tedesco Walter Hallstein convinto europeista e fautore dell’integrazione; è il primo Presidente della Commissione europea dal 1958 al 1967.

Negli anni ‘70 la CEE inizia ad allargarsi, accogliendo nel 1973 Danimarca, Irlanda e Regno Unito tra gli Stati membri. Nel 1962 viene istituito il Parlamento Europeo. Nel 1979 viene introdotto il Sistema Monetario Europeo (SME), con lo scopo di realizzare un mercato unico e stabile per le finanze e per la circolazione dei capitali. Dal 1º luglio del 1978, in seguito a decisioni prese dal Consiglio europeo,le elezioni per il parlamento europeo diventano a suffragio universale: prima di allora, i membri del parlamento erano stati semplicemente dei delegati dei parlamenti nazionali. La prima elezione è nel giugno del 1979, e da allora si svolgeranno ogni 5 anni. Il parlamento si organizza in gruppi di partito transnazionali (verdi, socialisti, popolari, etc.). La Comunità Economica Europea continua nel frattempo ad allargarsi, ammettendo tra i paesi membri la Grecia nel 1981, il Portogallo e la Spagna nel 1986.

 

 

I sei Paesi fondatori della CEE (1957)

 

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO E LA NASCITA DELL’UNIONE EUROPEA. Il 9 novembre 1989, viene abbattuto il muro di Berlino e, per la prima volta dopo 28 anni, si aprono le frontiere tra Germania Est e Germania Ovest. Ciò porta alla riunificazione della Germania orientale e occidentale nell'ottobre 1990.

Dopo cambiamenti così radicali nell’assetto politico europeo, i paesi della Comunità Economica Europea sentirono il bisogno di cambiare l’assetto del continente: con il trattato di Maastricht, firmato dai rappresentanti dei paesi (ormai 12), nel febbraio del 1992, venne formalmente istituita l’Unione Europea (UE). Il nuovo trattato, in vigore dal 1º novembre del 1993, fu una tappa fondamentale nel percorso di integrazione dell’Europa, perché poneva le basi per una cooperazione più completa in settori come la politica estera e la sicurezza interna, ma soprattutto conteneva le regole della futura Unione Europea (UE), sulla base delle "quattro libertà" di circolazione di beni, servizi, persone e capitali.

L’ALLARGAMENTO AD EST DELL’UE. Con il crollo del comunismo, stati precedentemente appartenenti al blocco sovietico (Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria), di una repubblica che aveva fatto parte della Jugoslavia (la Slovenia), di tre stati baltici che avevano fatto parte dell’Unione Sovietica (Estonia, Lettonia e Lituania), chiedono di aderire all’UE. alla fine del 1997si aprono i negoziati: si trattava di giovani democrazie che avrebbero tratto numerosi benefici dall'unificazione europea, garantendo maggiore stabilità al continente. Allo scopo di fortificare le economie di questi paesi, li si ammise soltanto in alcuni settori dell’integrazione economica prima dell’entrata ufficiale nell’Unione, che per dieci di loro avvenne il 1ºmaggio del 2004. Nel 2007 fu la volta di Bulgaria e Romania, e nel 2013 toccò alla Croazia.

BREXIT. Con il termine Brexit (termine che deriva da Britain ed exit) si intende il processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, che è stato avviato dopo il referendum del 23 giugno 2016.

Per capire bene tutta la storia della Brexit dobbiamo fare un passo indietro. La voglia di uscire dall'Unione Europea - che si è concretizzata nel 2016 – serpeggiava da tempo. Già anni prima i conservatori inglesi si sono sempre dimostrati poco favorevoli all'obbligo da parte dell’Inghilterra di dover versare contributi all'Unione. Il tema dell’immigrazione, poi, ha sempre preoccupato la politica inglese in quanto veniva vista come causa dell’abbassamento dei salari minimi e veniva accusata di mettere sotto pressione i servizi pubblici. Il primo ministro inglese e leader del partito Conservatore, David Cameron, negozia un accordo con Bruxelles (sede delle istituzioni dell’U.E.) e decide di lasciare la decisione agli elettori che si sono divisi in coloro che volevano rimanere e coloro che volevano uscire. Il popolo inglese, con la maggioranza, si è espresso in favore dell’uscita dall’Unione Europea che è diventata ufficiale il 31 gennaio 2020.

Dal1° febbraio al 31 dicembre si vivrà in una fase di transizione in cui, per poter continuare a vivere nel Regno Unito, è necessario fare domanda all’EU Settlement Status Scheme, con cui si otterrà il diritto a risiedere in modo permanente in UK. Per ottenere lo status bisogna fare domanda prima del 31 dicembre 2020 e la condizione è di risiedere, dimostrandolo, in UK da prima di quella data. Per poter entrare per la prima volta in Inghilterra, dal 2021, sarà necessario il permesso di soggiorno che verrà concesso dimostrando di avere una vantaggiosa offerta di lavoro e di essere in grado di parlare molto bene l’inglese.

Le conseguenze della Brexit sono state prima di tutto politiche. David Cameron ha annunciato le sue dimissioni da Primo ministro e da leader del Partito Conservatore. A sostituirlo è stata Theresa May, che ha tenuto le redini del Paese fino alla tarda primavera del 2019, quando ha lasciato la poltrona a Johnson.

La Brexit ha dato nuova linfa alle richieste della Scozia, con Nicola Sturgeon che ha domandato a gran voce l’indizione di un referendum sull’indipendenza. Allo stesso tempo, il Governo spagnolo ha richiesto il controllo congiunto di Gibilterra mentre Sinn Fein ha ipotizzato l’unione di Irlanda e Irlanda del Nord.

I partiti di estrema destra, soprattutto in Europa occidentale, hanno preso vigore grazie al significato stesso di Brexit.

Nel Regno Unito si trovano oggi tantissime persone provenienti da altri Paesi UE ed extra UE. Ai cittadini che vivono in Gran Bretagna da almeno 5 anni sarà concessa l’opportunità di richiedere (entro e non oltre dicembre 2020) un permesso di soggiorno permanente. A coloro che risiedono nel Paese da meno di 5 anni invece toccherà richiedere un permesso temporaneo che avrà validità soltanto quinquennale.

I cittadini europei che non si metteranno in regola rischieranno di essere respinti fuori dal Regno Unito, stando a quanto emerso dalla linea dura di Johnson.

Con l’uscita del Regno Unito, l’Unione Europea è attualmente composta da 27 Stati membri.    

L’EUROZONA. Per Eurozona si intende l’insieme degli Stati membri dell’Unione Europea che, con la firma del Trattato di Maastricht (1992), hanno fatto dell’Euro la loro valuta ufficiale, rinunciando alle monete nazionali. Quando l’euro è stato introdotto nel 1999 la zona euro era costituita da 11 degli allora 15 Stati membri dell’UE. La Grecia ha aderito nel 2001, appena un anno prima del passaggio all’euro, seguita dalla Slovenia nel 2007, da Cipro e Malta nel 2008, dalla Slovacchia nel 2009, dall'Estonia nel 2011, dalla Lettonia nel 2014 e dalla Lituania nel 2015. Oggi la zona euro conta 19 Stati membri dell’UE.

 

 

 

 

 

 

 

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